Divertimento e gioia

19 gennaio 2009 at 12:21 4 commenti

L’alta valorizzazione dell’istante,
la fretta come ragione più importante del nostro modo di vita,
è indubbiamente il nemico più pericoloso della gioia.

La parola d’ordine è:
quanto più possibile il più in fretta possibile.
Da qui deriva un divertimento sempre maggiore
e una gioia sempre minore.

Hermann Hesse

Entry filed under: Citazioni eccitazioni.

Più sei ricco, meglio viene Sangue e arena

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  • 1. simona_rm  |  19 gennaio 2009 alle 14:54

    le ore
    otto, nove, dieci,
    nell’atrio freddo battono
    non conto
    ascolto il lieve fruscio
    di quando passano

    volano
    come il vento nella neve
    come gli uccelli nell’inverno
    bianchi

    non mi fanno del bene
    non mi fanno del male

    ma sono ore in cui
    mi manchi.

    (canto per l’amata nella fredda primavera- H.Hesse)*

    Si, sembra che Hesse, comprendesse il valore ed il gusto dell’attesa e odiasse la fretta.
    Piacerebbe anche a me acquistare un altro ritmo. Mi piacerebbe pacificarmi col tempo.

    Un saluto, Fu’.

    *Spero di non averla pasticciata troppo, ho citato a memoria.

    Rispondi
  • 2. Fully  |  19 gennaio 2009 alle 15:02

    L’hai citata alla perfezione.
    Bravissima!
    Ed i versi sono molto belli…

    E’ da un po’ che anch’io detesto le cose troppo veloci e quelle troppo facili. E’ un privilegio che ti potrai permettere con l’età… ma non avere fretta!

    Rispondi
  • 3. Monica  |  22 gennaio 2009 alle 10:36

    Roma non consente un altro ritmo. O almeno non lo consente a me che ho due bambini ancora troppo piccoli per andare da soli.

    Motivo per cui andrò via da Roma, da giugno sono in Trentino.
    Ritmi lenti, ampie vedute, alberi e tempo di annoiarmi, di approfondire, di pensare, insomma tempo di esistere come essere umano e non come locomotiva.

    Bella la poesia, idem la citazione.

    Pensa rifletterci da sotto un albero
    mentre osservi il vento tra le foglie.

    Me lo ricorderò in Trentino.

    Rispondi
  • 4. Salazar  |  22 gennaio 2009 alle 10:56

    Ma certo, basta pensare al Siddhartha di:
    So aspettare, so pregare, so cucinare.
    … o forse non era cucinare!?

    Rispondi

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